Storia

                     Il Mercato di Pugliano negli anni 60 era l'anima del commercio del luogo



Il mercato di Resina è specializzato in abbigliamento usato e si tiene tutte le mattine, compreso la domenica, nel centro storico di Ercolano. Il nome di Resina (con l’accento sulla i, non sulla e) era appunto il nome dell’intera città di Ercolano fino al 1969. Adesso indica solo il centro storico. Il nome più comune del mercato di Resina è “mercatin’ r’e ’pezz’ american’”, mercato degli stracci americani, perché è nato subito dopo la guerra quando venivano vendute le divise dei militari e qualsiasi cosa fosse possibile recuperare da questi strani invasori/salvatori che si aggiravano per Napoli. Le migliori ricamatrici della zona, per esempio, trasformavano i paracaduti,  
all’epoca di seta pura, in stupenda biancheria. 
Negli anni successivi Resina divenne il posto in cui smerciare qualsiasi capo d’abbigliamento aprendo enormi balle di vestiti direttamente per strada. L’assalto della folla probabilmente non era tanto per i vestiti quanto per quello che era possibile trovare nelle tasche: orologi, gioielli, monete… Forse erano oggetti dimenticati dai proprietari prima di disfarsi dei vestitioppure, ipotesi più plausibile, i vestiti erano stati “raccolti” in circostanze non del tutto chiare.
Attualmente quelli di Resina sono rivenditori consolidati e specializzati ognuno in un proprio settore specifico. E se non trovate quello che cercate chiedete direttamente a loro perché spesso nel giro di pochi giorni riusciranno a procurarvelo.I capi più diffusi sono gli articoli in pelle e pellicce
Cose che fuori costerebbero molto di più qui possono essere acquistate a prezzi d’affare (sempre che sappiate mercanteggiare)Tra gli articoli in pelle si possono trovare anche molte tute da moto. In generale a Resina si trova quell’abbigliamento sportivo che fuori costa molto di più e che spesso si usa pochi giorni all’anno. In inverno, per esempio, si trovano moltissimi completi da sci.Resina è il posto giusto dove comprare tutte quelle cose che capita di usare in pochissime occasioni


Anche occasioni rarissime: noi durante il nostro giro abbiamo visto abiti da sposa e un abito da prete (state pensando a delle scelte importanti?).In realtà, capi così eccentrici potrebbero essere abiti di scena. Anche questo è un settore specializzato di alcune botteghe. Secondo i negozianti di Resina tra i clienti fissi del mercato ci sono costumisti che hanno collaborato a film come “La meglio gioventù” e “I cento passi”. Voi prendete con le pinze tutto quello che vi dicono, però di sicuro potete sbizzarrirvi tra i costumi teatrali e trovare il modo per usarli anche fuori dalle scene. Avete presente gli abiti delle commedie shakespeariane? A noi è capitato di conoscere una signora che li acquistava per personalizzare i jeans.

 
  
La basilica di Santa Maria a Pugliano e l'occhio  del Mercato




Sita nell'omonima piazza, è la principale chiesa di Ercolano nonché la più antica della città e dell’intera area vesuviana. È di notevole pregio storico e artistico. È basilica pontificia dal 1574.

Situato lungo l'omonima strada nel centro antico della città, il mercato di Pugliano, anche detto mercato di Resina, Resina, o mercato delle pezze, è famoso per la vendita di abiti usati, mecca per gli appassionati del genere vintage a prezzi irresistibili.
Nacque quasi per caso subito dopo l’arrivo delle truppe alleate a Napoli nel 1943 quando lungo la via Pugliano risalivano i camion dell’esercito americano verso l’autostrada carichi di indumenti e materiali vari; durante la sosta al passaggio a livello della ferrovia Circumvesuviana, qualche abitante del posto riusciva spesso ad “asportare” numerosi beni di vestiario e perfino i paracadute che venivano smembrati e riutilizzati per confezionare corsetti, panciere e reggiseno. Quando le truppe alleate lasciarono Napoli comparvero le prime improvvisate bancarelle lungo la strada dove si rivendeva un po’ di tutto quanto era stato recuperato dagli alleati.
A questo originario commercio si affiancò l’importazione di abiti dismessi dalle comunità italo-americane e da altri paesi del centro e del nord Europa che arrivavano nelle caratteristiche balle che venivano aperte sui marciapiedi lasciando che gli avventori scegliessero dal mucchio, in dialetto “o muntone”, i capi di loro preferenza pagandoli a prezzi irrisori. Se il successo dei primi anni era legato alle condizioni di indigenza di gran parte della popolazione nell’immediato dopoguerra, nei decenni successivi il mercato di Pugliano divenne un punto di riferimento per tutti gli amanti del vintage e dell’occasione. Nel 1963 Sergio Zavoli dedicò al mercato un documentario per la RAI TV.



                                                           Dal Dopoguerra ad oggi







Negli anni dell'immediato dopoguerra nacque in via Pugliano il mercato dei panni usati, conosciuto anche come mercato di Resìna, che raggiunse notorietà nazionale e internazionale negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
Come tutta la fascia costiera vesuviana, Resina fu interessata da una massiccia espansione urbanistica nonostante i rischi derivanti dall'attività del Vesuvio che, pur trovandosi in uno stato dormiente dopo l’ultima eruzione del 1944, resta un vulcano attivo.
Il 12 febbraio del 1969, a due anni dalla delibera del Consiglio Comunale, il Presidente della Repubblica decretò il cambio di toponimo da Resina ad Ercolano. Quasi contestualmente, fu cambiata la denominazione del corso principale della città da Corso Ercolano in Corso Resina.
Gli anni recenti della moderna Ercolano sono caratterizzati da ombre e luci: da un lato vi è stata una forte crisi industriale che ha portato alla chiusura delle principali attività industriali presenti (concerie, industrie meccaniche), con conseguente crisi economica e sociale e diffusione della microcriminalità; dall'altro lato, sono nate numerose attività che hanno spinto verso la riqualificazione del territorio, a partire dal patrimonio delle ville del Miglio d’Oro, per un rilancio in chiave turistica e culturale.
Nel 1971 è stato istituito l’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, la cui sede operativa dal 1984 è nella restaurata Villa Campolieto.
Il MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano
Nel 1995 è istituito l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio ed Ercolano è tra i 13 Comuni dell’area del Parco. Lungo la strada che sale al cratere del Vesuvio, nel 2005 è stato realizzato il museo all'aperto di arte contemporanea Creator Vesevo formato da dieci sculture in pietra lavica di altrettanti artisti di fama mondiale.
Nel 1997 gli Scavi di Ercolano sono inclusi nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco e Il Vesuvio e il Miglio d'Oro sono stati inseriti nella rete mondiale di riserve della biosfera nell'ambito del programma Unesco MAB (Man and Biosphere). Tra il 1997 e il 2012 Villa Ruggiero è sede di società di sviluppo territoriale dell’area della costa vesuviana: il Patto Territoriale del miglio d’Oro e Tess Costa del Vesuvio.
Nel 2005 è stato inaugurato il MAV, il Museo Archeologico Virtuale, nell'edificio restaurato dell’ex mercato coperto comunale ed ex scuola Media Iaccarino.

                            Luoghi d'interesse




                                 Ville del Miglio d’Oro


Corso Resina, il corso principale della città che collega Ercolano a Napoli, possiede un tratto denominato Miglio d'Oro, per la presenza di alcune tra le più belle e sfarzose ville vesuviane del XVIII secolo, costruite o abbellite da famosi scultori o architetti come Luigi Vanvitelli o Ferdinando Fuga. Tra le più fastose vi sono Villa Aprile (oggi sede del lussuoso Miglio d'Oro Park Hotel), Villa Favorita, Villa Campolieto, Villa Ruggiero sedi di eventi culturali, spettacoli e concerti. Villa Campolieto, Villa Ruggiero e il Parco sul mare della Villa Favorita, di proprietà della Fondazione Ente per le Ville Vesuviane, sono aperte al pubblico.
Nel 1997 l'area del Miglio d'Oro, insieme al complesso Somma-Vesuvio, è stata inserita nella rete mondiale di riserve della biosfera nell'ambito del programma Unesco MAB (Man and Biosphere).
Negli ultimi anni la definizione precisa di Miglio d'Oro è sfumata, in quanto per finalità di promozione turistica e di sviluppo territoriale dei paesi vicini, il concetto di Miglio d'Oro, che originariamente indicava il tratto ercolanese della via Regia delle Calabrie e il primo tratto nel comune di Torre del Greco, è stato esteso anche ai comuni di Portici e di San Giorgio a Cremano. Sul territorio dei quattro Comuni cosiddetti "del Miglio d'Oro", oltre che su quello 
dei quartieri napoletani di Barra e San Giovanni a Teduccio, insistono le 121 ville vesuviane del XVIII secolo censite dall'Ente Ville Vesuviane 


   Le Ville Vesuviane de "Il Miglio d'Oro"
   Parco inferiore di Villa Favorita e giardini delle Ville Vesuviane
   Scavi archeologici
   Parco Nazionale del Vesuvio con storica sede dell'Osservatorio Vesuviano
Chiese
   Basilica di S. Maria a Pugliano
   Chiesa di S. Maria del Pilar
   Chiesa di Sant'Agostino
   Chiesa di S. Caterina
   Chiesa del SS. Rosario
   Chiesa del SS. Salvatore
   Chiesa di S. Vito
   Chiesa del Genovese
  Chiesa del SS. Redentore
   
                  La storia delle Ville Vesuviane del Miglio D'oro
           La scoperta di Ercolano e la nascita del Miglio d’Oro


Nel 1709 Emanuele Maurizio di Lorena Principe D’Elbeuf, mentre stava costruendo il suo palazzo presso il litorale di Portici venne a sapere che un tale Nocerino, detto Enzechetta, nello scavare un pozzo in un podere alle spalle del convento degli agostiniani di Resina si imbatté in marmi e colonne antiche. Decise di comprare il fondo e nel 1711 avviò degli scavi attraverso pozzi e cunicoli che raggiunsero l'antico Teatro di Ercolano da cui estrasse statue, marmi e colonne che tenne per sé o inviò in dono presso amici, parenti e regnanti europei.
Grazie a lui il re Carlo III di Borbone decise di acquistare il fondo e avviare scavi sistematici mentre in Europa si diffuse a macchia d’olio la fama dell’antica Ercolano che influenzò enormemente la cultura dell’epoca dando impulso al movimento culturale che fu chiamato Neoclassicismo e alla moda dell’aristocrazia inglese di svolgere il Grand Tour attraverso l'Europa, fino all'Italia e alla Grecia.
Il successo dei ritrovamenti spinse il re a costruire nel 1740 un palazzo reale nelle vicinanze degli scavi di Resina entro i confini del casale di Portici che da quel momento assunse il titolo di Real villa di Portici. Nella nuova reggia estiva raccolse i ritrovamenti ercolanesi realizzando in un'ala del palazzo l’Herculanense Museum che apriva per lo stupore e la meraviglia dei suoi ospiti.
Le collezioni si arricchirono ancora di più a partire dal 1750 quando cominciò l'esplorazione della grandiosa villa suburbana appartenuta alla famiglia dei Pisoni, nella quale fu rinvenuta una gran quantità di bellissime statue in bronzo e in marmo, come i due Lottatori (o Corridori) e il Mercurio Dormiente. Ma ancora più straordinario fu il ritrovamento, nel 1752, dei papiri carbonizzati della biblioteca della villa che da quel momento divenne nota in tutto il mondo come Villa dei Papiri[5]. Essi furono meticolosamente srotolati grazie ad una macchina appositamente inventata in quegli anni da Padre Antonio Piaggio e rivelarono opere del filosofo epicureo Filodemo da Gadara.
Con l’arrivo dei reali a Portici tutta l’aristocrazia della capitale scelse di realizzare sontuose dimore estive lungo la Via Regia delle Calabrie e nelle campagne circostanti, tra Barra, oggi quartiere orientale di Napoli, e Torre del Greco. Ma soprattutto tra Villa de Bisogno a Resina e Palazzo Vallelonga a Torre del Greco la quantità e la qualità degli edifici era tale che quel tratto di strada fu denominato il Miglio d’Oro.
Tra le più prestigiose si annoverano Villa Campolieto, progettata da Luigi Vanvitelli, Villa Riario Sforza, nota anche come Villa Aprile, e Villa Favorita, di Ferdinando Fuga, chiamata così perché preferita dalla regina Maria Carolina d’Asburgo al punto che Ferdinando IV la acquistò nel 1792 conferendole la denominazione di Real villa della Favorita.
Nel 1788 il sacerdote Benedetto Cozzolino fondò in via Trentola, presso la sua abitazione, la prima scuola per sordomuti del Regno di Napoli, seconda in Italia solo a quella di Roma.













                                         Questo e il simbolo di un paese ormai...Martoriato 


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